Hektor Mamet è nato a Zurigo nel 1983. Ha studiato al Centro Scolastico per le Industrie Artistiche di Lugano (1998-2002), alla City and Guilds of London Art School (Bachelor, 2006) e al Chelsea College of Art and Design di Londra (Master, 2008).
Dal 2008 al 2010 ha partecipato al programma di ricerca “La Seine” presso l’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi guidato da Tony Brown. Inoltre è stato Artist-in-Residence a Cittadellarte Fondazione Pistoletto, all’Istituto Svizzero di Roma, all’IS Wyspa a Danzica, a Astérides a Marsiglia e alla Cité des Arts a Parigi.
Attualmente vive a Bruxelles dove frequenta a.pass (advanced studies in performance and scenography)
e svolge una ricerca sulla relazione tra arte e vita, finalizzata a conoscere se stessi.
Il progetto presentato da Hektor Mamet nella saletta
di Villa Pia è un concept exhibition che sfida le regole tradizionali di uno spazio espositivo trasformando gli spettatori in attori. Il progetto è volto all’analisi delle relazioni che si instaurano nel mondo dell’arte a livello regionale e internazionale, indaga chi siano le persone che frequentano gli spazi artistici e culturali e se l’arte sia al centro delle relazioni sociali.
Nella mostra è esposta anche una tavola con alcuni interrogativi posti da Bruno Bettelheim nel libro Le coeur conscient(Ilcuorevigile),cheèstatoilpuntodipartenza per il progetto di residenza a Astérides (Marsiglia).
Hektor, sulle orme di Bettleheim, che nel campo di concentramento in cui era stato detenuto aveva iniziato a porre domande ai codetenuti per analizzare quanto l’ambiente avesse influito sul loro carattere, si interroga sul suo nuovo ambiente di lavoro e su come le persone che vi lavorano o che lo visitano lo influenzino.