Giuseppe Moccia (Napoli, 1978) dopo aver conseguito la laurea in Discipline Economiche e Sociali presso l’Università Bocconi di Milano, decide di dedicarsi alla fotografia e prosegue la sua formazione all’International Center of Photography di New York. Il suo lavoro ha ricevuto importanti riconoscimenti di livello internazionale, tra i quali il “Flash-Forward” della Magenta Foundation
(Canada) e il premio “PhotoEspana – OjodePez Human Values Award” per il lavoro The Wednesday Kid. Oltre ad aver partecipato a progetti di arte pubblica tra cui Eco e Narciso e Iconica i suoi lavori sono stati esibiti in mostre individuali e collettive in diversi paesi tra cui l’Italia, la Spagna, la Francia, l’Inghilterra, e l’America. I suoi progetti, sviluppati sull’arco di lunghi periodi, affrontano tematiche contemporanee attraverso un linguaggio documentario.
A partire dal 2013, Giuseppe Moccia ha intrapreso una ricognizione fotografica del territorio romano, nuovo capitolo di una sua più ampia indagine sui cambiamenti del paesaggio antropico italiano. Vedute da un margine incerto – Roma rovesciata è un progetto, a cura di Chiara Capodici, focalizzato sui luoghi di confine, paesaggi stratificati generati dalla sovrapposizione e sottrazione tra identità urbana e rurale.
“Le fotografie di Moccia sono il frutto di una lunga osservazione e di molti km percorsi a piedi. Il suo è un viaggio che attraversa le storie e le geografie di una città le cui mutazioni hanno avuto inizio nel 1870, quando i latifondi dell’aristocrazia terriera romana e dell’asse ecclesiastico sono stati fatti rientrare nel territorio comunale: dalle borgate, alle storiche tenute agricole, dalle nuove aree di costruzione alle periferie che s’incuneano nel centro dell’Urbe, queste fotografie ci raccontano un dialogo costante fra la città e ciò che si pone ai suoi sempre più labili confini, metafora di una dimensione del vivere che si estende a tutto il territorio nazionale.
Traendo spunto e ispirazione dallo studio delle mappe, in particolar modo della mappa agropedologica legata alla formulazione dell’ultimo Piano Regolatore del 2008, Vedute da un margine incerto – Roma rovesciata è un lavoro che trae avvio da punti di vista ribaltati rispetto a una visione centrale, da visioni periferiche, “vuoti urbani”, da luoghi di difficile definizione e spesso al margine fra spazi urbani e rurali, che contribuiscono a definire una Roma che è una e molte insieme, e a cercare di comprendere meglio dove viviamo.
L’osservazione e la contemplazione dei luoghi sono per Giuseppe Moccia i primi strumenti per comprendere il territorio e per acquisire la consapevolezza positiva che i cambiamenti sono possibili”. (Chiara Capodici)
(Canada) e il premio “PhotoEspana – OjodePez Human Values Award” per il lavoro The Wednesday Kid. Oltre ad aver partecipato a progetti di arte pubblica tra cui Eco e Narciso e Iconica i suoi lavori sono stati esibiti in mostre individuali e collettive in diversi paesi tra cui l’Italia, la Spagna, la Francia, l’Inghilterra, e l’America. I suoi progetti, sviluppati sull’arco di lunghi periodi, affrontano tematiche contemporanee attraverso un linguaggio documentario.
A partire dal 2013, Giuseppe Moccia ha intrapreso una ricognizione fotografica del territorio romano, nuovo capitolo di una sua più ampia indagine sui cambiamenti del paesaggio antropico italiano. Vedute da un margine incerto – Roma rovesciata è un progetto, a cura di Chiara Capodici, focalizzato sui luoghi di confine, paesaggi stratificati generati dalla sovrapposizione e sottrazione tra identità urbana e rurale.
“Le fotografie di Moccia sono il frutto di una lunga osservazione e di molti km percorsi a piedi. Il suo è un viaggio che attraversa le storie e le geografie di una città le cui mutazioni hanno avuto inizio nel 1870, quando i latifondi dell’aristocrazia terriera romana e dell’asse ecclesiastico sono stati fatti rientrare nel territorio comunale: dalle borgate, alle storiche tenute agricole, dalle nuove aree di costruzione alle periferie che s’incuneano nel centro dell’Urbe, queste fotografie ci raccontano un dialogo costante fra la città e ciò che si pone ai suoi sempre più labili confini, metafora di una dimensione del vivere che si estende a tutto il territorio nazionale.
Traendo spunto e ispirazione dallo studio delle mappe, in particolar modo della mappa agropedologica legata alla formulazione dell’ultimo Piano Regolatore del 2008, Vedute da un margine incerto – Roma rovesciata è un lavoro che trae avvio da punti di vista ribaltati rispetto a una visione centrale, da visioni periferiche, “vuoti urbani”, da luoghi di difficile definizione e spesso al margine fra spazi urbani e rurali, che contribuiscono a definire una Roma che è una e molte insieme, e a cercare di comprendere meglio dove viviamo.
L’osservazione e la contemplazione dei luoghi sono per Giuseppe Moccia i primi strumenti per comprendere il territorio e per acquisire la consapevolezza positiva che i cambiamenti sono possibili”. (Chiara Capodici)